L’automobile spinta dall’etere di Nikola Tesla
Di Igor Spajic – tratto da Nexus Gold maggio-giugno 2005
www.nexusitalia.com
La città di Buffalo, nel nord dello stato di New York negli USA, fu silenziosa testimone di un fatto straordinario nel corso di una settimana durante l’estate del 1931. Nonostante la depressione economica avesse compromesso la produzione e i commerci, la città nondimeno rimaneva una fucina di attività. Un giorno, tra le migliaia di veicoli che ne percorrevano le vie, una lussuosa automobile si fermò accanto, al marciapiede presso il semaforo di un incrocio. Un passante notò come si trattasse di una berlina Pierce-Arrow ultimo modello, coi fari che s’integravano con grazia nei parafanghi nel tipico stile di questa marca. Quello che caratterizzava l’auto in quella fredda giornata estiva era l’assoluta assenza di emissione di vapore o fumi dal tubo di scarico. Il passante si avvicinò al guidatore e attraverso il finestrino aperto commentò l’assenza di fumi dallo scarico. Il guidatore ringraziò il passante per i complimenti sottolineando che era così perché l’automobile “non aveva motore”.
Questa dichiarazione non è stravagante o maliziosa come potrebbe sembrare. C’era una certa verità in essa. Infatti, la Pierce-Arrow non aveva un motore a combustione interna; aveva invece un motore elettrico. Se l’autista si fosse preoccupato di completare la sua spiegazione al passante, avrebbe potuto dirgli che il motore elettrico non era alimentato da batterie – da nessun tipo di “carburante”.
L’autista era Petar Savo, e nonostante stesse guidando quell’auto non era il responsabile delle sue incredibili caratteristiche. Queste erano il lavoro dell’unico passeggero, un uomo che Petar Savo conosceva come uno “zio”: non altri che il genio dell’elettricità Nikola Tesla (18 56-1943).
Negli anni ’90 del 19′ secolo Nikola Tesla aveva rivoluzionato il mondo con le sue invenzioni per sfruttare l’elettricità, dandoci il motore elettrico a induzione, la corrente alternata (AC), la radiotelegrafia, il radiocomando a distanza, le lampade a fluorescenza ed altre meraviglie scientifiche. In realtà fu la corrente alternata polifase di Tesla e non la corrente continua di Thomas Edison ad inaugurare la moderna epoca tecnologica.
Tesla non rimase a dormire sugli allori ma continuò a fare scoperte fondamentali nei campi dell’energia e della materia. Scoprì i raggi cosmici decenni prima di Millikan e fu il primo a sviluppare i raggi-X, il tubo a raggi catodici e altri tipi di valvole.
Comunque, la scoperta potenzialmente più significativa di Nikola Tesla fu che l’energia elettrica può essere propagata attraverso la Terra ed anche attorno ad essa in una zona atmosferica chiamata cavità di Schumann. Essa si estende dalla superficie del pianeta fino alla ionosfera, all’altezza di circa 80 chilometri . Le onde elettromagnetiche di frequenza estremamente bassa, attorno agli 8 hertz (la risonanza di Schumann, ovvero la pulsazione del campo magnetico terrestre) viaggiano, praticamente senza perdite, verso ogni punto del pianeta. Il sistema di distribuzione dell’energia di Tesla e la sua dedizione alla free energy significavano che con l’appropriato dispositivo elettrico sintonizzato correttamente sulla trasmissione dell’energia, chiunque nel mondo avrebbe potuto attingere dal suo sistema.
Lo sviluppo di una simile tecnologia rappresentava una minaccia troppo grande per gli enormi interessi di chi produce, distribuisce e vende l’energia elettrica.
La scoperta di Tesla finì con la sospensione dell’appoggio finanziario alle sue ricerche, l’ostracismo da parte della scienza ufficiale e la graduale rimozione del suo nome dai libri di storia. Dalla posizione di superstar della scienza nel 1895, Tesla nel 1917 era virtualmente un “signor nessuno”,, costretto a piccoli esperimenti scientifici in solitudine. Nei suoi incontri annuali con la stampa in occasione del suo compleanno, una figura sottile nel cappotto aperto di stile anteguerra avrebbe annunciato ai giornalisti le scoperte e gli sviluppi delle sue idee. Era un triste miscuglio di ego e genio frustrato.
Nel 1931, Nikola Tesla compì 75 anni. In una rara dimostrazione di omaggio da parte dei media, la rivista Time gli dedicò la copertina e un profilo biografico. L’anziano ingegnere e scienziato appariva emaciato anche se non sofferente, i suoi capelli ancora di un nero lucido e lo stesso sguardo lontano nei suoi occhi di sognatore.
Le Auto Elettriche Rimangono Indietro
All’inizio del ventesimo secolo, per le automobili elettriche le prospettive erano luminose. Futuristi come Jules Verne avevano anticipato veicoli elettrici alimentati da batterie che erano meccanicamente più semplici, silenziosi, inodori, facili da adoperare e con meno problemi di qualunque automobile con motore a benzina.
Nell’automobile con motore a benzina occorreva regolare la valvola a farfalla, l’anticipo dell’accensione, pompare sull’acceleratore e far girare il motore con una manovella. In un’auto elettrica bastava soltanto girare una chiave e premere l’acceleratore. Rilasciando l’acceleratore l’auto rallentava immediatamente.
Se necessario, in un’epoca in cui vi erano poche officine per auto, un normale elettricista poteva eseguire la manutenzione del semplice motore a corrente continua. Non vi era olio da cambiare, né radiatore da riempire, né pompe della benzina o dell’acqua da sistemare, nessun problema di carburazione, nessuna marmitta che si arrugginiva, nessun differenziale o trasmissione da controllare, e nessun inquinamento! Il grasso e l’olio erano limitati a un paio di cuscinetti a sfere del motore elettrico e ad alcuni raccordi del telaio.
Per le loro consegne i grandi magazzini impiegavano camion elettrici. I medici iniziarono a recarsi alle visite al domicilio dei pazienti con “l’elettrica”, sostituendo il proprio cavallo e calesse con qualcosa di altrettanto semplice da mantenere. Le donne preferivano le auto elettriche per la facilità di guida. Poiché le vetture elettriche erano limitate in velocità e autonomia dalle loro batterie, diventarono popolari come trasporti cittadini.
Al di fuori delle città, le strade dell’America di allora erano così primitive che diventarono riservate ai veicoli con motore a combustione interna, più veloci, con autonomia maggiore e in rapido progresso. Così, negli USA vi fu una specie di età dell’oro per i veicoli elettrici dopo che il resto del mondo iniziò ad abbandonarli. Detroit Electric, Columbia, Baker, Rauch & Lang e Woods furono le principali aziende tra quelle che producevano questo tipo di veicoli elettrici; si svilupparono nella loro nicchia di mercato con una serie di carrozzerie formali, spesso eleganti.
Il tallone d’Achille delle vetture elettriche, comunque, fu sempre la densità energetica delle sue batterie, ovvero la sua scarsità. Le batterie erano dei tipo al piombo, pesanti e ingombranti, e sottraevano molto spazio prezioso. Il peso eccessivo riduceva la maneggevolezza e limitava le prestazioni, anche per gli standard di quegli anni. I veicoli elettrici non potevano superare i 70- 80 Km/h , poiché a queste velocità la batteria si poteva distruggere in un attimo. Spunti attorno ai 60 Km/h si potevano sostenere per tempi brevissimi, e la tipica gamma di velocità dei percorsi era di 25- 35 Km/h . Le batterie richiedevano ricariche ogni notte e l’autonomia massima superava difficilmente i 160 chilometri . Nessun costruttore di veicoli aveva mai installato un generatore elettrico di corrente continua, che avrebbe potuto restituire piccole quantità di energia alle batterie mentre il veicolo era in movimento, aumentandone così l’autonomia. Vi furono promesse su future potenti batterie innovative sin dai tempi di Edison, ma alla fine non se ne vide traccia.
Non appena la velocità e l’affidabilità delle automobili a benzina migliorarono, le auto elettriche furono abbandonate e rimasero le preferite dai pensionati e dalle signore anziane. L’introduzione della messa in moto elettrica nelle auto a benzina mise il chiodo finale alla bara delle auto elettriche.
La Comparsa di Nikola Tesla
Negli anni ’60 un ingegnere aeronautico di nome Derek Alilers incontrò Petar Savo e sviluppò una lunga amicizia con lui. Durante il loro sodalizio durato dieci anni, Savo gli parlò del suo illustre “zio” Nikola Tesla e delle sue realizzazioni negli anni ’30. (Savo era un giovane parente di Tesla anche se non un nipote, ma si riferiva a lui come “zio”.)
Nel 1930 Nikola Tesla chiese a suo “nipote” Petar Savo di venire a New York. Savo (nato in Jugoslavia nel 1899, quindi 43 anni più giovane di Tesla) era stato nell’esercito austriaco ed era un esperto pilota, così colse fervidamente l’opportunità di lasciare la Jugoslavia (paese natale di Nikola Tesla). Si trasferì negli USA stabilendosi a New York.
Nel 1967, in una serie di interviste, Savo descrisse la sua parte nell’episodio dell’auto elettrica di Tesla.
Durante l’estate del 1931, Tesla invitò Savo a Buffalo, nello stato di New York, per mostrargli e collaudare un nuovo tipo di automobile che aveva sviluppato di tasca sua. Casualmente, Buffalo è vicina alle cascate del Niagara – dove era entrata in funzione nel 1895 la stazione idroelettrica a corrente alternata di Tesla che lo aveva innalzato al culmine della stima da parte della scienza ortodossa. La Westinghouse Electric e la Pierce-Arrow avevano preparato questa automobile elettrica sperimentale seguendo le indicazioni di Tesla. (George Westinghouse aveva acquistato da Tesla i brevetti sulla corrente alternata per 15 milioni di dollari all’inizio del 20′ secolo.)
La Pierce-Arrow adesso era posseduta e finanziata dalla Studebacker Corporation, e utilizzò questo solido appoggio finanziario per lanciare una serie di innovazioni. Tra il 1928 e il 1933 l ‘azienda automobilistica presentò nuovi modelli con motori ad 8 cilindri in linea e 12 cilindri a V, i futuristici prototipi Silver Arrows, nuovi stili e miglioramenti di tecnica ingegneristica. La clientela reagì positivamente e le vendite della Pierce-Arrow aumentarono la quota aziendale nel mercato delle auto di lusso, nonostante nel 1930 quest’ultimo fosse in diminuzione. In una situazione così positiva, progetti “puramente teorici” come l’auto elettrica di Tesla erano all’interno di questa sfera concettuale. Nella tradizionale mistura di arroganza e ingenuità dell’azienda, niente sembrava impossibile.
Così, per le sperimentazioni era stata selezionata una Pierce-Arrow Eight del 1931, proveniente dall’area di collaudo dell’azienda a Buffalo, nello stato di New York. Il suo motore a combustione interna era stato rimosso, lasciando intatti la frizione, il cambio e la trasmissione verso l’asse posteriore. La normale batteria da 12 volt rimase al suo posto, ma alla trasmissione era stato accoppiato un motore elettrico da 80 cavalli.
Tradizionalmente, le auto elettriche montavano motori a corrente continua alimentati da batterie, dato che quella continua è il solo tipo di corrente che le batterie possono fornire. Si sarebbe potuto utilizzare un convertitore corrente continua/corrente alternata, ma a quei tempi tali dispositivi erano troppo ingombranti per essere montati su un’automobile.
Il crepuscolo delle auto elettriche era già passato da tempo, ma questa Pierce-Arrow non venne dotata di un semplice motore a corrente continua. Si trattava di un motore elettrico a corrente alternata progettato per raggiungere 1.800 giri al minuto. Il motore era lungo 102 centimetri con un diametro di 76, senza spazzole e raffreddato ad aria per mezzo di una ventola frontale, e presentava due terminali di alimentazione indirizzati sotto il cruscotto ma lasciati senza collegamento. Tesla non disse chi costruì il motore elettrico, ma si ritiene che fu una divisione della Westinghouse. Sul retro dell’automobile era stata fissata un’antenna di 1,83 metri .
L’Affare “Etere-Arrow”
Petar Savo raggiunse il suo famoso parente, come quest’ultimo gli aveva chiesto, e a New York salirono assieme su un treno diretto verso il nord dello stato omonimo. Durante il viaggio l’inventore non commentò la natura dell’esperimento.
Arrivati a Buffalo, si recarono presso un piccolo garage dove trovarono la nuova Pierce-Arrow. Il Dr. Tesla sollevò il cofano e fece qualche regolazione sul motore elettrico a corrente alternata sistemato al suo interno. In seguito si recarono a predisporre gli strumenti di Tesla. Nella camera di un hotel delle vicinanze il genio dell’elettricità si mise a montare il suo dispositivo. In una valigia a forma di cassetta si era portato dietro 12 valvole termoioniche. Savo descrisse le valvole “di costruzione curiosa”, sebbene in seguito almeno tre di esse siano state identificate come valvole rettificatrici 70L7-GT. Furono inserite in un dispositivo contenuto in una scatola lunga 61 centimetri , larga 30,5 e alta 15. Non era più grande di un ricevitore radio ad onde corte. Al suo interno era predisposto tutto il circuito elettronico comprese le 12 valvole, i cablaggi e le resistenze. Due terminali da 6 millimetri di diametro e della lunghezza di 7,6 centimetri sembravano essere le connessioni per quelli del motore.
Ritornati all’auto del l’esperimento, misero il contenitore in una posizione predisposta sotto il cruscotto dalla parte del passeggero. Tesla inserì i due collegamenti controllando un voltmetro.
“Ora abbiamo l’energia”, dichiarò, porgendo la chiave d’accensione a suo nipote. Sul cruscotto vi erano ulteriori strumenti che visualizzavano valori che Tesla non spiegò.
Dietro richiesta dello zio, Savo mise in moto. “Il motore è partito”, disse Tesla. Savo non sentiva alcun rumore. Nonostante ciò, coi pioniere dell’elettricità sul sedile del passeggero, Savo selezionò una marcia, premette sull’acceleratore e portò fuori l’automobile.
Quel giorno Petar Savo guidò questo veicolo senza combustibile per lungo tempo, per circa 80 chilometri attorno a Buffalo, avanti e indietro nella campagna. Con un tachimetro calibrato a 190 chilometri orari a fondo scala, la Pierce-Arrow venne spinta fino a 145 km/h , e sempre con lo stesso livello di silenziosità del motore.
Mentre percorrevano la campagna Tesla diventava sempre più disteso e fiducioso sulla sua invenzione; cominciò così a confidare a suo nipote alcuni suoi segreti. Quel dispositivo poteva alimentare le richieste di energia del veicolo per sempre, ma poteva addirittura soddisfare il fabbisogno energetico di un’abitazione – e con energia in avanzo.
Pur se riluttante, inizialmente, a spiegarne i principi di funzionamento, Tesla dichiarò che il suo dispositivo era semplicemente un ricevitore per una “misteriosa radiazione, che proviene dall’etere” la quale “era disponibile in quantità illimitata”.
Riflettendo, mormorò che “il genere umano dovrebbe essere molto grato per la sua presenza”.
Nel corso dei successivi otto giorni Tesla e Savo provarono la Pierce-Arrow in percorsi urbani ed extraurbani, dalle velocità estremamente lente ai 150 chilometri all’ora. Le prestazioni erano analoghe a quelle di qualunque potente automobile pluricilindrica dell’epoca, compresa la stessa Pierce Eight col motore da 6.000 cc di cilindrata e 125 cavalli di potenza.
Tesla raccontò a Savo che presto il ricevitore di energia sarebbe stato utilizzato per la propulsione di treni, natanti, velivoli e automobili.
Alla fine della sperimentazione, l’inventore e il suo autista consegnarono l’automobile in un luogo segreto, concordato in precedenza – il vecchio granaio di una fattoria a circa 30 chilometri da Buffalo. Lasciarono l’auto sul posto, ma Tesla si portò dietro il suo dispositivo ricevitore e la chiave d’accensione.
Questo romanzesco aspetto dell’affare continuò. Petar Savo raccolse delle indiscrezioni secondo le quali una segretaria aveva parlato delle prove segrete ed era stata licenziata. Ciò spiegherebbe un impreciso resoconto sulle sperimentazioni che apparve su diversi quotidiani.
Quando chiesero a Tesla da dove arrivasse l’energia, data l’evidente assenza di batterie, egli rispose riluttante: “Dall’etere tutto attorno a noi”.
Alcuni suggerirono che Tesla fosse pazzo e in qualche modo collegato a forze sinistre e occulte. Tesla fu incensato. Rientrò assieme alla sua scatola misteriosa al suo laboratorio di New York. Terminò così la breve esperienza di Tesla nel mondo dell’automobile.
Questo incidente dell’infrazione nella sicurezza può essere apocrifo, dato che Tesla non disdegnava di utilizzare la pubblicità per promuovere le sue idee ed invenzioni, sebbene quando questi dispositivi mettevano in pericolo lo status quo dell’industria egli aveva ogni buona ragione per essere circospetto nei suoi rapporti.
L’azienda Pierce-Arrow aveva già toccato il culmine del suo successo nel 1930. Nel 1931 era in calo. Nel 1932 l ‘azienda perse 3 milioni di dollari. Nel 1933 vi furono problemi amministrativi anche nell’azienda madre Studebacker che vacillò sull’orlo della liquidazione. L’interesse passò dall’innovazione alla pura sopravvivenza, e qui la Pierce-Arrow abbandona il nostro racconto.
Un mistero all’interno di un enigma
Circa un mese dopo la pubblicazione dell’episodio, Petar Savo ricevette una telefonata da Lee DeForest, un amico di Tesla e pioniere nello sviluppo delle valvole termoioniche. Egli chiese a Savo se i test lo avessero soddisfatto. Savo rispose con entusiasmo e DeForest lodò Tesla come il più grande scienziato vivente al mondo.
In seguito, Savo chiese a suo “zio” sugli sviluppi del ricevitore energetico in altre applicazioni. Tesla rispose che era in contatto con uno dei principali cantieri nautici per realizzare una nave con un dispositivo simile a quello dell’automobile elettrica sperimentale. Tuttavia, non gli si potevano chiedere maggiori dettagli dato che era ipersensibile riguardo alla sicurezza del suo dispositivo – e non si può dargli torto. In passato, potenti interessi avevano cercato di ostracizzare Tesla, ostacolando ogni suo sforzo per promuovere ed applicare le proprie tecnologie.
Chi scrive non è a conoscenza di alcun documento pubblico che descriva un esperimento nautico, o se quest’ultimo accadde. Non venne divulgata alcuna informazione.
Il New York Daily News del 2 aprile 1934 riportava un articolo intitolato “Il sogno di Tesla di un’energia senza fili vicino alla realtà”, che descriveva un “esperimento programmato per spingere un’automobile utilizzando la trasmissione senza fili di energia elettrica”. Questo successe dopo l’episodio e non vi era menzione di “free energy”.
Nel periodo in cui l’automobile dovrebbe essere stata svelata, la Westinghouse Corporation , sotto la presidenza di F. A. Merrick, pagò per la sistemazione di Tesla al New Yorker, il più nuovo e lussuoso hotel di New York. In esso l’anziano scienziato visse gratuitamente per tutto il resto della sua vita. Tesla venne anche reclutato dalla Westinghouse per ricerche non ben specificate sulle trasmissioni senza fili ed egli interruppe le sue dichiarazioni pubbliche sui raggi cosmici.
Forse che la Westinghouse comprò il riluttante silenzio di Tesla sulle sue scoperte free energy? Oppure venne finanziato per proseguire dei progetti segreti talmente speculativi da non costituire una minaccia per il complesso industriale nell’immediato futuro? Cala il sipario su un mistero all’interno di un enigma.
Riferimenti
– Abram, Arthur, “The Forgotten Art of Electric-Powered Automobiles”, The Cormorant, bollettino del Packard Club (data sconosciuta)
– Intervista di Derek Ahiers a Petar Savo, 16 settembre 1967 (dagli archivi di Ralph Bergstrasser)
– Childress, David H., The Fantastic Inventions of Nikola Tesla, Adventures Unlimited Press, Illinois , 1993, ISBN l932813-19-4
– Childress, David H. (ed.), The Tesla Papers, Adventures Unlimited Press, Illinois , 2000, ISBN 0-932813-86-0
– Decker, Jerry, “Tesla’s Electric Car – The Moray Version”, KeelyNet BBS, postato il 31 gennaio 1993
– Extraordinary Technology, vol. 1, nr. 2, aprile/maggio/giugno 2003
– Greene, A.C., “The Electric Auto That Almost Triumphed”, Dallas Morning News, 24 gennaio 1993
– Nieper, Hans A., Revolution in Technology, Medicine and Society, MIT Verlag, Oldenburg, 1985, ISBN 3-925188-07-X (inizialmente pubblicato in Germania come Revolution in Technik, Medizin, Gesellschaft, 1981)
– Siefer, Marc I., Wizard. The Life and Times of Nikola Tesla, Birch Lane Press/Carol Publishing Group, NJ, 1996, ISBN 1-55972-329-7
– Seife, C., “Running on Empty”, New Scientist, 25 aprile 1998
– Southward Car Museum Trust Inc., The illustrated Motor Vehicle Collection, Paraparaumu, Nuova Zelanda, ISBN 0-47305583-X
– TFC Books FAQ, http://www.tfcbooks.com/tesiafaq e Vassilatos, Gerry, “Tesla’s Electric Car, KeelyNet BBS
www.disinformazione.it
…LORO SI CHE HANNO DA FESTEGGIARE….!!! ALTRO CHE QUEI POVERI DISGRAZIATI CHE SI DEVONO ACCONTENTARE NELLA VITA LAVORATIVA UNO STIPENDIO DI FAME E QUANDO POI DOPO QUARANT’ANNI ARRIVANO ALLA PENSIONE (SE CI ARRIVANO!!!!) AVRANNO UN’ULTERIORE PENSIONE DA FAME….!!!!
….E’ QUI LA FESTA!!!!!!! ITALIANIIIIIIIIIIII !!!!!!!!! E’ QUI LA FESTA……!!
DISTINTI SALUTI DA UNA PERSONA OGNI GIORNO PIU INCAZZATA.
DOVEROSO DARNE DIFFUSIONE!!
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell’Italia dei Valori ha proposto l’abolizione del vitalizio
che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto
a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Ecco com’è finita:
· Presenti 525
· Votanti 520
· Astenuti 5
· Maggioranza 261
· Hanno votato sì 22
· Hanno votato no 498).
i 22 sono: BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI,
FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO,
RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda,
per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni,
quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio.
È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno – ce ne sono tre – e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato,che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Non ne hanno dato notizia né radio, né giornali, né Tv OVVIAMENTE. Facciamola girare noi !!!
Li vediamo con fastidio quando ci vengono a chiedere l’elemosina ai semafori, non ci viene alla mente il fatto che son sfruttati ed educati all’accattonaggio …!
Li vediamo sporchi e vestiti di stracci sollevando in noi un senso di disgusto al vederli, ma noi cosa né sappiamo del dove vivono e di come vengono cresciuti …!
Vorremmo vederli come vediamo i nostri figli, ma al solo pensiero che son di etnia Rom ci passa la voglia e l’immaginazione …!
Ci lamentiamo del loro nomadismo, del loro senso di ribellione alle regole della società civile, della poca voglia che hanno di lavorare, del fatto che son tutti ladri …! Ci siamo mai chiesti se loro volessero fare un’altra vita?!?
Ci limitiamo ad inserirli in dei campi nomadi, combattendo i campi abusivi sporchi e poco attrezzati con dei campi autorizzati ma sempre sporchi e poco attrezzati …!!
Ogni volta che c’è una nuova amministrazione dopo l’ennesima promessa elettorale… …che la questione nomadi verrà risolta una volta per tutte definitivamente …!!
Ma si sa … son solo promesse elettorali che fanno tanto odiens e attirano i voti dei più insofferenti che bonariamente nascondono il loro razzismo con tutte quelle scuse così incredibili alle quali non ci crediamo nemmeno noi !!! ma si sa in campagna elettorale è tutto ammissibile …!!! Quello che preoccupa è il dopo …! Se tutte quelle promesse assurde fatte verranno mantenute …
Sbaglia anche la chiesa … dichiarando che si sarebbero potuti salvare quei quattro bimbi arsi vivi a Roma se ci fosse stata un po’ di più attenzione …! Ma quel se ci fosse suona male …!! Con il senno del poi siamo tutti bravi come lo sono anch’io che sto scrivendo queste parole … oggi dopo gli ennesimi fatti incresciosi ci emozioniamo al pensiero dell’orribile morte che han visto con i loro occhi quei bambini … noi possiamo solo immaginarle quelle urla di terrore e di dolore, ma non sarà mai abbastanza per capire!!!
Possiamo chiedere più soldi allo stato, come ha fatto Alemanno, ma non abbiamo mai provato a fare qualcosa in più con quello che abbiamo già !! l’integrazione reale ed effettiva è solo questione di soldi ma non ci passa minimamente alla testa che è solo questione di umanità, quell’umanità che Gesù chiedeva quando diceva “qualsiasi cosa fatta anche al più piccolo dei miei fratelli, è come se l’aveste fatta a me …”
Tanta tristezza mi pervade pensando che ogni volta che vediamo quei bambini li guardiamo con repulsione, loro avrebbero voluto nascere in un altro contesto sociale, avrebbero voluto nascere bambini e crescere nella loro vita rispettati ed amati come tutti gli altri bambini!!
Anche loro nascono bambini, anche loro hanno diritto ad una infanzia felice, anche loro hanno voglia di crescere integrandosi nella società …
Solo lui poteva riuscirci ….!
È per questo che lo ringrazio, lo ringrazio del fatto che ci sia (anche se son tanti quelli che vorrebbero che non ci fosse!!!), lo ringrazio anche per il fatto che si sta strangolando con le sue stesse mani (così non ci sporchiamo le nostre!!), il lanciatore di duomi è quello che più mi fa pena! (per arrivare a tanto vuol dire che era esasperato al massimo!!!)
Grazie Silvio, per aver riunito tutte le donne del mondo in una unica lotta contro la discriminazione e lo sfruttamento, dove sei riuscito tu finora non c’era riuscito nessuno, grazie al tuo comportamento son scese in piazza persino le suore …!! E ti sembra poco??!!!!
Spero che tu vada avanti ancora per molto, così magari si riesce a realizzare finalmente quella tanto sospirata parità tra uomo e donna …!! Magari se resisti ancora un po’ si riesce anche a fare quella tanto acclamata rivoluzione che gli Italiani non son mai stati capace a fare!! E se continui ancora così riusciamo persino a fare l’unita dell’Italia!!
Grazie perche ci sei …!!! E ancora più grazie perche lascerai presto il tuo trono lasciando la più pessima traccia nella storia d’Italia di un primo ministro della Repubblica , peggio degli Andreotti, dei Fanfani e persino dei Mussolini!!! Grazie Silvio … vedrai fra poco vedrai scorre il tuo cadavere lungo il fiume della politica che più non c’è!!!
Potrebbe essere una storia dell’assurdo, di una storia adatta per un film dell’orrore, come potrebbe esere una storia che non riguarda solo la famiglia di Stefano, potrebbe essere una storia di tutti noi, dove ognuno di noi potrebbe incappare nelle maglie di un meccanismo perverso il quale diviene molto difficile venirne fuori, Stefano potrebbe essere uno di noi, uno dei nostri figli, Stefano non è il semplice drogato o spacciatore, Stefano è il debole di turno il quale degli esseri superiori (superiori tra virgolette) si sentono forti della loro vigliaccheria verso i deboli.
Stefano, avrebbe voluto che le istituzioni facessero il loro compito, ovvero quello di tutelare i diritti di tutti i cittadini che per disaventura incappano nelle maglie della giustizia con o senza colpa.
Avrebbe voluto che ognuno facesse il proprio dovere, che, ligi al ruolo adempiuto in quel momento che avessero garantiti i suoi dititti di essere umano e di cittadino di una repubblica la quale si fa vanto della sua democrazia!!
Invece Stefano si è imbattuto in loschi individui che sono forti con i deboli e deboli con i forti, solo che in questo caso si capisce subito chi è il debole, mentre il forte è ben celato dietro un muro di gomma e di omertà, talmente nascosto che ci riesce difficile comprendere come mai che dei semplici servitori dello stato si siano tramutati in carnefici, ci riesce difficile comprendere che dei semplici stipendiati dallo stato, ovvero da noi come cittadini di questo stato, si siano ornati dell’arroganza di giudicare la vittima meritevole di tale trattamento!!
Castigo che l’ha portato fino alla morte !
Mai nessuno di noi, come stato che rappresentiamo, avrebbe immaginato di torcere un capello ad un essere umano posto sotto la nostra custodia…!
…mai nessuno di noi, come stato, avrebbe autorizzato altri a farlo in nostra vece…!!!
Allora mi vien da pensare che sotto tale azione da parte delle bestie umane che hanno portato alla morte di Stefano ci sia qualcosa di ancora più losco, nascosto con la morte del ragazzo!!, qualcosa di incomprensilbile che doveva essere nascosta ad ogni costo!! Persino con la soppressione di un eventuale testimone!!!
I parenti, gli amici e Stefano gridano “GIUSTIZIA!!!”, ma quale giustizia può essere talmente appagante da giustificare la morte di un ragazzo!!! Un ragazzo che potrebbere essere uno di noi, uno dei nostri figli, o un nostro conoscente…!!! Non c’è nessuna giustizia in grado di riparere o di riportare in vita Stefano!! Si chiede solo che i veri colpevoli paghino e che il vero motivo di una morte assurda quanto incredibile venga a galla, se questa è la vera giustizia che si stà cercando…
…allora che ben venga!!
Provare per credere… il mondo ha una grande anima… ed ognuno di noi nè fa parte….
Laura Alba RocKamatisi tramite Il Segreto Attrazione: SIAMO UNOॐॐ♥ॐIl Regno è NEL CUORE!Quando Capiremo che Siamo Una Sola Cosa con Dio!Tutto è una Sola Cosa!Negli occhi del Prossimo Vedremo Noi Stessi!Come in un filo d’erba! Chi fa del Male al Prossimo lo fa a Se Stesso! Chi fa del male a Qualunque Creatura lo fa a Se Stesso,Alla Propria Anima!Poichè tutto è Una Sola Cos…
http://www.youtube.com/watch?v=b31Qlhf9fPs
Parenti serpenti….Apprendendo con grande rammarico l’evoluzione dei fatti legati alla povera Sarah Scazzi , mi domando cosa ci sia dietro tanta cattiveria, tanta crudeltà e tanta lucida determinazione nel far ritrovare circa dopo un mese dalla scomparsa il cellulare della bambina, si bambina, perché proprio di una bambina si tratta, anche se le sembianze fanno intendere una donna… …una donna mancata, strappata alla vita da chi avrebbe dovuto proteggerla, una vita rubata con tanta cattiveria proprio da chi avrebbe dovuto dare fiducia… si di fiducia si tratta, altrimenti Sarah non sarebbe salita in quella macchina o entrata in un ambiente dove lei avesse ritenuto pericoloso…, non lo avrebbe mai fatto diffidente com’era… ma in questo caso non si tratta di un estraneo!! Era un parente serpente che non vedeva in Sarah una bambina!! Con i suoi occhi morbosi da criminale libidinoso vedeva una donna… una donna che avrà sicuramente combattuto per sottrarsi alle sue sporche attenzioni… il serpente quando non ti può avere avvolgere nelle spire a mali estremi vedendosi perso attacca con il veleno… senza preoccuparsi della vittima… esistono solo i suoi istinti animaleschi da vera bestia umana!!! L’orco era in casa, l’orco era di famiglia, l’orco è un parente… un parente serpente!!!!! un essere asociale che non vede nel prossimo un altro essere vivente… vede solo il suo piacere… esseri del genere vanno buttati giù da un burrone ripagandoli nello stesso modo in cui comprano i loro piaceri!!!! Ciao Sarah… che tu possa riposare in pace… possa tu stare tra le braccia amorose della mamma di tutti… accolta con amore… quell’amore che in terra ti è stato negato….
Poet’ Ti siènt’ nù poèt’ pì quatt’ pinzièr’ cà ton’ vinut’ a’ncap… Ti piènz’ già sobb’ a lì libr’ com’ a Pasc’l o Manzon’ Qualcun’ t’à dditt’ pur’ brav’… ma nà tta ditt’ ciò ccà pènz’ Ti ven’ a cod’ da pavon’ cù lì pinzièr’ cà ti veng’n’ a mènt… Pur’ a mènt’ a scèrs’ prufùm’… ma semp’ scèrs’ ièt’ Addirittur’ ti semb’ di jèss’ meggh’ di ci pì iann’ ì studiàt’… Ma tu ormaj’ stè sobb’ ì nang’ stè nisciùn’ cà ti po’ fa scenn’ A cap’ ormaj’ viagg’ chiù ièrt’ dì li capidd’…. Ma tù ù sé jind’ te stess’ cà sind’ nù poet’ di cartòn’ Serv’ pì ti ambucà sol’ quann’ stè a fiàmm’… ma po’ di fridd’ crièp’!!!
Traduzione: poeta ti senti un poeta per quattro pensieri che ti son venuto in testa ti pensi già sui libri come Pascoli o Manzoni Qualcuno ti ha detto pure bravo … ma non ti ha detto quel che pensa Ti viene la coda da pavone per i pensieri che ti vengono in mente Pure la menta selvatica profuma… ma sempre selvatica è Addirittura ti sembra di essere meglio di chi per anni ha studiato … Ma tu ormai sei in alto e non ce nessuno che ti può far scendere La testa ormai viaggia più in alto dei capelli …. Ma tu lo sai dentro di tè che sei un poeta di cartone Serve per riscaldarti solo quando ce la fiamma … ma poi di freddo crepi!!!!
cmq per gli amici che vengono ancora a trovarmi su splinder il mio nick su facebook è il seguente johnnysi nysi , ciao a tutti.
PEDOFILIA, IL FRATELLO DEL PAPA CHIEDE PERDONO PER LE VITTIME DEL CORO – MONDO – ANSA.IT Pedofilia, il fratello del papa chiede perdono per le vittime del coro, Georg Ratzinger ha ribadito di non essere mai stato a conoscenza di episodi di abusi sessuali, Georg Ratzinger, ex direttore del coro di Ratisbona, ha ribadito di non aver mai saputo degli abusi sessuali. Ma ha ammesso di aver dato qualche schiaffo ai ragazzi. Padre Lombardi: la Chiesa ha agito con decisione, Mondo, Ansa Leggi ancora…
Er Cane disse ar Gatto:
Se famo er patto d’esse solidali
potremo tené testa a li padroni
e a tutte l’antre specie d’animali.
Dice – Ce stai? – Ce sto. –
Ecco che ‘na matina
er Cane annò in cucina
e ritornò con un piccione in bocca.
Me devi da’ la parte che me tocca:
je disse er Gatto – armeno la metà:
se no, compagno, in che consisterebbe
la solidarietà?
È giusto! – fece quello,
e je spartì l’ucello.
Ma in quer momento er coco,
che s’incajò der gioco,
acchiappò er Cane e lo coprì de bòtte
finché nu’ lo lasciò coll’ossa rotte.
Appena vidde quel’acciaccapisto
er Gatto trovò subbito la porta,
scappò in soffitta e disse: – Pe’ ‘sta vorta
so’ solidale, sì, ma nun insisto!
copio ed incollo questo intervento su “Nuova Società” http://www.nuovasocieta.it/index.php
di Diego Novelli
Nella galleria delle figure più rappresentative di quella classe dirigente del nostro Paese di cui abbiamo parlato in una nota pubblicata ieri su questo giornale, un posto di primo piano compete al presidente del Senato, seconda carica dello Stato, Renato Schifani, del Popolo delle Libertà.
Difronte allo scandalo del senatore Nicola Di Girolamo (esponente del suo stesso partito) eletto a Palazzo Madama in rappresentanza degli italiani all’estero, con il sostegno diretto della ‘ndrangheta e coinvolto in una gigantesca truffa ai danni dello Stato, Schifani ha scaricato Di Girolamo.
Il presidente si è affrettato a chiedere all’apposita giunta del Senato di invalidare l’elezione di Di Girolamo, perché avvenuta irregolarmente, onde evitare che l’aula si pronunciasse sull’autorizzazione all’arresto avanzata dalla magistratura.
Oggi da più parti è stata sollecitata una revisione della sciagurata legge costituzionale del 23 gennaio 2001, proposta dal missino Mirko Tremaglia, con la quale si riservavano sei seggi senatoriali per gli italiani residenti all’estero.
In quell’occasione Schifani definiva quell’atto del Parlamento «un evento storico», tantochè nel successivo governo Berlusconi veniva istituito addirittura il Ministero degli Italiani all’Estero, affidato all’ex ragazzo di Salò Mirko Tremaglia.
Non va dimenticato che l’elezione di Di Girolamo era stata subito contestata a seguito di un ricorso presentato da un candidato rimasto escluso.
Infatti era stato accertato che il suo certificato di residenza in Belgio era falso.
L’apposita commissione senatoriale accoglieva il ricorso dopo avere accertato il reato commesso.
La maggioranza dell’aula del Senato faceva quadrato attorno al Di Girolamo anche su pressione del presidente Schifani e del capogruppo del Popolo delle Libertà Marizio Gasparri, entrambi autorevoli rappresentanti dell’attuale classe dirigente del nostro Paese.
Non ha visto il muro
Solo una persona in malafede, o un imbecille, può affermare che trasferendosi da Gerusalemme a Betlemme “non ha visto il muro” che il governo israeliano ha fatto costruire per isolare le città palestinesi dal resto del paese, per una lunghezza di diciotto chilometri.
Per entrare nella città della Natività si può passare soltanto da uno dei cinque check point, aperti nel muro di cemento, alto sette metri, che circonda tutto il territorio.
I palestinesi di Betlemme per andare a lavorare a Gerusalemme, dove sono ingaggiati soprattutto nel settore edilizio, ogni giorno dalle 4 del mattino devono fare lunghe ed estenuanti code per sottoporsi alle perquisizioni dei soldati dell’esercito israeliano.
Come italiani non possiamo che essere fieri di avere un presidente del Consiglio che al termine della sua recente visita nello stato di Israele ad una precisa domanda cosa ne pensasse del muro ha risposto come l’improntitudine a tutti nota: «Io non ho visto nessuno muro».
Malafede o imbecille? Scelga lui.
eh si… se non l’avessi visto con i miei occhi e ascoltato con le mie orecchie non ci avrei creduto….!!! vai col zoppo ed impari a zoppicare…!!! certe frequentazioni ti fanno negare anche la trave che hai nell’occhio!!! e il muro di Betlemme è come una trave nell’occhio di tutta l’umanità!!!! il nostro meritato premier ha imparato bene!!! (dico meritato per il fatto che ci stà bene!!! voglio vedere se alla prossima volta qualcuno impara!!! SPECIALMENTE chi ha fatto in modo di cadere sotto le spallate da lui date al governo Prodi!!)
COPIO E INCOLLO DELLE RIFLESSIONI CHE L’AMICO DIEGO NOVELLI FA SUL GIORNALE ON-LINE www.nuovasocieta.it , A VOLTE LA FACCIA TOSTA NON HA CONFINI…
di Diego Novelli
Questo è un brano della lettera che Berlusconi ha inviato al Papa attraverso il sottosegretario di Stato di cardinale Bertone per rinsaldare i rapporti con la Santa Sede.Vale la pena fare ancora una citazione di questo testo prima di esprimere due considerazioni.
«Posso confermare – scrive il Cavaliere – che i valori cristiani testimoniati dal Pontefice sono sempre presenti nell’azione del governo da me presieduto, che adotterà tutte le misure necessarie per garantire la serenità e la pace sociale».Prima considerazione. Tutti dovrebbero riflettere in occasione del Natale. Bene. Sarebbe bello che anche il nostro presidente del Consiglio riflettesse sui suoi comportamenti.
Il messaggio di Cristo vale anche per lui, quando alla forza delle idee si risponde con la violenza verbale. Lui (con la elle maiuscola) è un maestro in questo campo quando, ad esempio, definisce coglioni tutti gli uomini di buona volontà che votano per la Sinistra. Oppure definisce i magistrati una razza antropologicamente diversa dalle persone normali. Quando disprezza organi di garanzia dello Stato, come la Corte Costituzionale. Quando considera il Parlamento un luogo dove si perde solo del tempo. Quando insulta i suoi avversari politici. Quando spudoratamente nega la verità dei fatti o le sue affermazioni del giorno prima. Quando istiga gli industriali a boicottare la pubblicità a tutti i giornali che non sono servili nei suoi confronti. E il florilegio potrebbe continuare.
Anche la menzogna è un atto di violenza.Circa la violenza fisica che ha subito in piazza del Duomo, non può essere usata sul piano politico, perché, come Lui (sempre maiuscolo) ben sa è stato il gesto di un malato di mente, clinicamente accertato.
Singolare a questo riguardo il perdono che ha magnanimamente concesso a questo disgraziato, chiedendo però ai giudici una sentenza severa ed esemplare per “disincentivare” eventuali atti imitativi. Seconda considerazione. Poiché, come noto, i suoi rapporti con il Vaticano si erano un po’ affievoliti dopo le sue avventure amorose e la denuncia di sua moglie, tantoché fu annullato all’ultimo momento un suo incontro già fissato con Benedetto XVI.
Il noto puttaniere garantisce che i valori cristiani sono e saranno sempre presenti nell’azione del suo governo.Ma li conosce Berlusconi i valori cristiani?Il suo governo (per sudditanza ai barbari della Lega) ha adottato provvedimenti disumani nei confronti degli immigrati, respingendoli nel “Mare Nostrum”, nei lager del suo amico Gheddafi.Oltre a “Sorrisi e Canzoni” ha mai avuto tempo il nostro intrattenitore da crociera di leggere i Vangeli?Non avverte qualche volta un minimo di disagio?Noi, a differenza di Di Pietro, non consideriamo Silvio Berlusconi il diavolo, anche perché non abbiamo la fortuna di credere al demonio speculare a Dio, nemmeno nelle favole natalizie.Siamo certi invece che l’attuale presidente del Consiglio rappresenta un serio pericolo per le nostre istituzioni democratiche, a partire dalla Costituzione.
Alle sue intenzioni manifeste, non può che essere contrapposto un grande fronte unitario di tutti gli uomini e le donne che voglio continuare a vivere in una repubblica dove la legge è uguale per tutti.
…..Jè Natal’ agn’ vòt’ cà rid’ a nù fràt’ j lì dì a man’. Jè Natal’ agn’ vòt’ cà ti n’ stè zìtt’ pì sènd’ nàt’.
Jè Natal’ agn’ vòt’ cà nang’acciètt’ quidd’ fatt’ cà metten’ l’at’ for’, for’ dà sociètà.
Jè Natale agn’ vòt’ cà spier’ cù quidd’ cà dispèr’n’ jìnd’ a puvèrtà fisich’ j spìritual’.
Jè Natal’ agn’ vòt’ cà ricanusc’ cù umiltà lì limit’ d’à dibulèzz’ a tov’.
…..E’ Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano. E’ Natale ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare l’altro.
E’ Natale ogni volta che non accetti quei principi che relegano gli oppressi ai margini della società.
E’ Natale ogni volta che speri con quelli che disperano nella povertà fisica e spirituale.
E’ Natale ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza.
…..And’ Christmas every time that you smile at a brother and you reach out for him. And’ Christmas every time that you remain in silence to listen to the other. And’ Christmas every time that doesn’t accept that principles that relegate the oppressed ones to the borders of the society. And’ Christmas every time that hopes with those that despair in the physical and spiritual poverty.
And’ Christmas every time that you recognize with humility your limits and your weakness.
…..Et’ Noël chaque fois que tu souris à un frère et tu lui tends la main. Et’ Noël chaque fois que tu restes en silence pour écouter l’autre. Et’ Noël chaque fois que tu n’acceptes pas ces débuts qu’ils relèguent les opprimés aux marges de la société. Et’ Noël chaque fois que tu espères avec ceux qui désespèrent dans la pauvreté physique et spirituelle.
Et’ Noël chaque fois que tu reconnais avec de l’humilité tes limites et ta faiblesse.
….. E, das jedesmal sie dieses sorridi zu einem Bruder und Sie getragen wird, dehnen es die Hand aus. E jedesmal getragen ihnen, daß Sie in der Stille im Auftrag hörend auf das andere bleiben.
E jedesmal getragen ihnen, daß nicht Span jene Grundregeln behaut, die überwältigten zu den Seitenrändern der Gesellschaft relegieren.
E getragen ihnen jedesmal diesen hofft mit denen, daß sie Hoffnung in der körperlichen und geistigen Armut berauben.
E jedesmal getragen worden ihnen, daß Sie mit Bescheidenheit Ihre Begrenzungen und Ihre Schwäche erkennen.
تكفلو “عيدالميلادفيكلمرةأنكأنتأخالابتسامةفيالتواصلمعه. و “عيدالميلادفيكلمرةأنكلاتزالفيصمتمنالاستماعالىالآخر. و “عيدالميلادفيكلمرةأنهلايقبلأنالمبادئالتيينزلعلىالمظلوممنهاإلىحدودالمجتمع. و “عيدالميلادفيكلمرةأنالآمالالتيالماديةوالروحيةوالفقرواليأس.
و “عيدالميلادفيكلمرةأنكمتقومونبتواضعالاعترافبحدودالضعفمنكم.
Figgh’, figgh’ u mìj nà tì nì scì…
U sàcc’ cà nang’ aggh’j fatt’ niènt’ pì tì fa rimanì
Ma tù nà ti nì scì lo stess…
…ci ti n’ vì…, nà stà luntan’ assè…
j vid’ ci tuèrn’ sub’t!
Jì ti spett’ anzièm’ o castièdd’…,
…cà cì ti putèv’ parlà, pur jìdd’…
…com’ a mmè t’er adisc “ nà ti n’ scì…”
…ma ci ti ni vì, piènz’ semp a mmè!
Ca stòc’ a cqua sobb’ a stà cullin’
Pì vèd’ luntan’, luntan’ cù li uècch’ du pinzièr…
…ù pinzièr a quann’ tù a turnà.
traduzione:
figlio, figlio mio non te ne andare…
lo so che non ho fatto niente per farti rimanere
ma tu non te ne andare lo stesso…
…se te ne vai, non stare lontano assai…
…e vedi di tornare subito.
io ti apetto insieme al castello…
…che se ti poteva parlare , pure lui ti direbbe “non te ne andare”
ma se te ne vai, pensa sempre a mè…
che sto sopra questa collina…
per vedere lontano, lontano con gli occhi del pensiero…
il pensiero a quando tu tornerai .
Erano dei bravi ragazzi….
A sentir parlare tutti i loro conoscenti sembra che quello che hanno fatto non è cosa che loro potevano fare, ma purtroppo quei bravi ragazzi vanno in giro per la città sempre più annoiati e non sanno cosa inventarsi per ammazzare la noia, qualcuno pensa che le panchine dei parchi pubblici son di loro proprietà e si sentono in diritto di romperle o di devastarle in tutti i modi, altri vanno in giro con delle molotov e danno fuoco alle auto, mentre ci son altri che distruggono le sale d’attese delle nelle stazioni ed altri ancora presi dalla desolazione delle loro teste vuote partono armati di benzina per dare fuoco a qualche povero disgraziato che si era illuso di venire in Italia per mettere fine alla sua miseria…. Mentre altri armati di armi “giocattolo” ma che fanno male come delle armi vere si divertono a giocare al far-ewest
Ma tutto sommato son dei bravi ragazzi!!! Talmente bravi che ti fanno ubriacare una ragazzina per poi violentarla in gruppo…!!! Se si và a chiedere ai loro genitori come mai i loro bambini si comportano in questo modo, vi accorgerete che i loro figli son dei bravi ragazzi che si son trovati nel branco e non hanno saputo dire di no alle nefandezze che si accingevano a fare, presi uno per uno son tutti dei bravi ragazzi!!!
Anche quelli dei sassi dei cavalcavia erano dei bravi ragazzi!!! Anche quelli che han dato fuoco a Sidh nella stazione di Nettuno erano dei bravi ragazzi!!! Son tutti còre è mamm’ e papà!!! La colpa se c’è una colpa non è dei bravi ragazzi ma bensì di Elisabetta Berdini che è passata proprio in quel momento in cui le teste vuote di Tortona lanciavano i sassi dal cavalcavia!!! Come anche per quel povero indiano che dormiva al freddo…!!! Han pensato bene di riscaldarlo con una tanica di benzina!!! E si cosa volete che sia son sempre dei bravi ragazzi!!!
Il cattivo esempio lo dà la società!!! Si signore…!!! Quando a degli stupratori dopo ventiquattrore gli si danno gli arresti domiciliari, come anche a bravi ragazzi di Rimini anche loro agli arresti domiciliari!!! Il segnale che si dà a questi bravi ragazzi è che in fin dei conti non è così grave quello che hanno fatto e li premiamo con una pena all’acqua di rose magari colpevolizzando le vittime!!! E magari come quel sindaco di quel paese dove una ragazzina è stata violentata in gruppo, si è offerto di pagare le spese legali… occhio!! Non alla vittima ma bensì ai carnefici!!! La colpa e delle bambina che per sua disgrazia è incappata in dei bravi ragazzi!!!
Intanto le vittime e le loro famiglie vivono in un inferno tale che la morte sembrerebbe una liberazione da tale orrore!!!
Eppure qualcuno continuerà a dire che erano dei bravi ragazzi….!!!
Eppure qualcuno ci crede ancora nella giustizia…!!! Ma quale giustizia si può dare a una bambina/o che gli hanno rovinato l’esistenza?! Quale giustizia si può dare ad una madre che si è visto massacrare di botte un figlio di 31 anni?!! E quale giustizia si può dare ai parenti delle vittime della strada ammazzati da dei balordi che non hanno nessun valore della vita che per provare nuove emozioni si stordiscono con alcol e droghe per poi mettersi al volante?!!
Può la giustizia ridarti la serenità di una vita rovinata?! Può far resuscitare un povero ragazzo incappato per uno sbaglio di 20 grammi di erba nelle mani di gente senza scrupoli che si fa forza di una divisa per sfogare le loro debolezze?!!
Ma alla fine anche loro… per le loro mamme, per i loro parenti, per i loro amici e conoscenti… alla fin fine son solo dei bravi ragazzi…..!!!!
Da un pò di tempo seguo con interesse un nuovo sito dove si riflettono gli argomenti quotidiani senza tanto clamore con la calma di chi vuol capire, tra i curatori di questo sito c’è un vecchio amico della sinistra che è stato anche sindaco di Torino , un signore degno di essere chiamato tale, al contrario di tanti cialtroni che purtroppo ultimamente cavalcano l’onda dellle cronache attuali, purtroppo signori di questa caratura nè nascono sempre meno e come diceva Totò ” signori si nasce” e non è solo un modo di dire… In occasione del 25 Ottobre sul sito in oggetto vi è proprio un intervento (che riporto integralmente) di questo signore “Diego Novelli” che vorrei porre all’attenzione di chi mi viene a visitare i quali ringrazio vivamente per la loro attenzione. http://www.nuovasocieta.it/editoriali/2934-dn.html
di Diego Novelli
Siamo stati (e lo siamo tuttora, augurandoci di non doverlo essere più di tanto nel futuro) molto critici nei confronti del gruppo dirigente del Pd, per il modo come sono giunti alla costituzione del nuovo partito; per aver sciaguratamente liquidato la bella esperienza dell’Ulivo (che portò alla vittoria elettorale, sia pure di stretta misura nel 2006) anziché rafforzarla; per il verticismo e l’autoreferenziabilità praticati costantemente; per la mancanza di coesione conseguenza diretta della mancanza di una linea politica chiara, coerente e comprensibile; per il distacco dimostrato troppo spesso dai problemi reali dei cittadini previlegiando la politica-spettacolo “coupe de theatre”; per la disinvoltura (che in molti casi denuncia non solo spregiudicatezza ma anche, purtroppo, cinismo) per ora solo annunciata, con cui alcuni dirigenti sarebbero disponibili sul piano delle alleanze (si pensi a Valle di Susa e Veneto); per la rincorsa ad un fasullo nuovismo e l’elenco potrebbe continuare.
Ma domenica 25 ottobre è avvenuto in Italia un fatto di rilevante importanza per la vita democratica del paese: oltre tre milioni di persone, uomini, donne, giovani e anziani hanno accolto l’appello del Partito democratico e si sono recati ai seggi (sottoponendosi nella stragrande maggioranza dei casi a lunghe code d’attesa) per la scelta dei segretari nazionale e regionali.
Ma il significato, il valore di quella folla va ben oltre a fine del voto espresso tra l’altro, in base ad uno statuto bislacco (che andrebbe cambiato al più presto).
È stata una dimostrazione di civile partecipazione alla vita del Paese, in un momento di particolare gravità soprattutto per la tenuta del tessuto democratico. Un flop di questa importante iniziativa avrebbe assunto un significato disastroso, non solo per il Pd. Avrebbe lasciato campo libero alle scorribande dei peggiori governanti che l’Italia ha avuto dopo il fascismo, capitanati dall’uomo più ricco e prepotente della nazione, corrotto e corruttore, disposto per la scarsa dimestichezza che ha con la democrazia alle più malfamanti avventure politiche pure di rimanere in sella.
Per Berlusconi (come ha più volte detto pubblicamente) coloro che non la pensano come lui sono dei coglioni.
Ebbene, domenica 25 ottobre è stato eretto un muro di tre milioni di coglioni, che hanno detto anche per conto di tanti altri italiani che non votano Pd (pure questi coglioni) che i disegni eversivi del Cavaliere non passeranno.
Auguri a Bersani.
Sulle sue spalle gravano da oggi grosse responsabilità. Non è il tipo da montarsi la testa e da considerarsi l’uomo solo al comando. La sua lunga esperienza politica dovrebbe essere una garanzia, soprattutto nei confronti del pericolo dell’autosufficienza praticata dai predecessori, che molti guasti ha prodotto.
Unità del partito per una politica di grande respiro, non demagogica, in positivo, chiaramente di opposizione al berlusconismo, che abbia come primario punto di riferimento le esigenze dei cittadini, in particolar modo delle fasce più deboli e le loro aspirazioni, nel pieno rispetto della Carta Costituzionale, l’unico reale programma politico da attuare.
73…
20/8/2009 (14:22) – LA TRAGEDIA
“I nostri 73 compagni morti in mare”(titolo tratto da LA STAMPA)
Settantatre, per alcuni è solo un numero, uno dei tanti numeri che ci vengono sparati dai media giornalmente nelle nostre case, ma per i protagonisti rappresenta una terribile tragedia ! Solo in cinque se né son salvati, mentre gli altri 73 sono annegati o morti di stenti per poter raggiungere un futuro migliore. 73, avvistati alla deriva che nessuno ha voluto aiutare, senza sapere niente di loro, erano solo dei clandestini che scappavano dalla fame e dalla guerra che tormenta i loro paesi. 73, tra donne, uomini e bambini che avevano una sola colpa, quella di essere nati nel posto sbagliato di questa terra colonizzata dai potenti e dalle false ideologie. 73, cittadini del mondo che chiedevano un futuro migliore e che non era certo una morte terribile, tra l’indifferenza di tutto il mondo cosidetto civile!!.
Qualcuno ormai al posto del cuore ha una pietra, qualcuno che si ferma solo di fronte al numero 73…, 73 clandestini, 73 maomao, 73 musi neri che non hanno diritto a stare nella Padania, la terra promessa dai vari spot pubblicitari ove tutto è permesso, tranne essere clandestino!!! 73…, 73… quanti di questi 73 continueranno a rappresentare un numero, solo un numero e non degli esseri umani a cui dare accoglienza, un sorso d’acqua, un pezzo di pane…, una parola di conforto… dov’è finita la parabola del buon samaritano…! Arriverà il giorno in cui si dovrà rendere conto di questo operato, verrà il giorno che qualcuno ti chiederà cosa hai fatto per lenire le sofferenze dei tuoi fratelli…
Come non cattolico, spero che quel giorno arrivi presto… come credente son sicuro che arriverà e non ci si potrà nascondere dietro ad un numero, 73….